Il Brasile, in portoghese República Federativa do Brasil, confina con la maggior parte degli stati dell’America del Sud: Argentina, Bolivia, Colombia, Guyana, Guyana Francese, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay e Venezuela. A est, il Brasile è bagnato dall’oceano Atlantico, che lambisce i circa 8.000 km di coste. I territori del Brasile si sono definiti storicamente con l’annessione delle aree sudamericane fin dal periodo della colonizzazione del Nuovo Mondo ad opera dei grandi navigatori, quando venne firmato il trattato che limitava l’autorità di spagnoli e portoghesi lungo la raya, il meridiano che scorre ad ovest delle isole di Capo Verde. In questo modo, i portoghesi avevano campo libero su tutto il continente, anche se poi le zone di limitazione furono modificate con l’accordo di Tordesillas. Legato a questi vincoli, il Brasile si è definito solo durante il secolo scorso, sviluppandosi principalmente lungo le coste dell’Atlantico, disegnando anche i confini nell’entroterra, dove i portoghesi hanno arrestato la loro spinta colonialista perchè frenati dalla dominazione francese, inglese, olandese e spagnola: in particolare quest’ultima, presente in Argentina, Bolivia, Colombia, Perù, Uruguay e Venezuela. Ad ovest e a nord, i pendii e i rilievi tortuosi disegnano naturalmente i confini brasiliani: dal bassopiano amazzonico si staglia il massiccio della Guyana, poi i llanos del fiume Orinoco. Altri elementi naturali hanno inoltre permesso di segnare le frontiere tra i vari Stati indipendenti attraverso trattative diplomatiche: un caso esemplare sono le paludi dell’alto corso del Paraguay, discusse tra il 1851 e il 1928. Nella zona sud occidentale, invece, non ci sono confini naturali per delimitare le nazioni, e ciò fu causa di diverse guerre con gli Stati confinanti, prima di arrivare all’attuale assetto.