Terre allagate e terre asciutte in Brasile
In Brasile il ciclo delle piogge è correlato all’andamento dei livelli delle acque del Rio delle Amazzoni e dei numerosi corsi d’acqua che in esso si immettono, caratterizzato da oscillazioni periodiche e regolari durante tutto il corso dell’anno. Questo alternarsi di piene e di secche è causa di importanti variazioni nella geografia del luogo: durante il periodo delle piene il livello delle acque può salire anche di 10 o 15 metri, determinando l’allagamento di una superficie pari ad almeno 150.000 mq, grosso modo equivalente a quella dell’Italia settentrionale, e realizzando ponti d’acqua tra fiumi, torrenti e laghi normalmente isolati. Grazie alla formazione di questo continuum di percorsi d’acqua, i viaggiatori che si servono di imbarcazioni possono avvalersi di numerose e comode scorciatoie per i loro spostamenti. È necessario però ricordare che la stagione delle piene non è la stessa in tutte le aree circostanti il bacino dell’Amazzonia: coincide con il passaggio autunno-inverno (giugno) per il Rio delle Amazzoni ed il suo principale affluente settentrionale (Rio Negro), con il passaggio primavera-autunno (marzo) per gli affluenti meridionali, quali ad esempio il Madeira, il Tocantins e l’Araguaia.
Nel 2005 il Brasile dovette affrontare la siccità più grave che avesse colpito il bacino amazzonico negli ultimi 50 anni e che vide il prosciugamento completo di numerosi fiumi e laghi. Sull’origine del fenomeno le opinioni sono discordanti: secondo Greenpeace, responsabile della siccità è stata la progressiva deforestazione che, attraverso la combustione degli alberi, aveva impedito la formazione delle nuvole; al contrario, i meteorologi al servizio del governo brasiliano ritengono che il fenomeno sia stato una conseguenza inevitabile di un’alterazione dei cicli climatici e delle temperature oceaniche.
Le aree pianeggianti ciclicamente inondate dalle acque bianche dei fiumi che scendono dalle Ande (note come várzea) sono coperte da foreste i cui alberi, spesso dotati di radici aeree, non superano i 20 metri di altezza. Le foreste del bacino del Rio Negro, chiamate igapó, sono invece periodicamente allagate dalle acque scure di questo fiume e dei suoi affluenti. Attraversare una foresta inondata è un’esperienza sempre suggestiva: essa offre la possibilità di navigare all’altezza delle chiome degli alberi e di osservare da vicino le più disparate specie animali.
Le terre che, trovandosi ad una maggiore altitudine, non sono soggette a inondazioni periodiche (le cosiddette terra firme), sono coperte da foreste i cui alberi raggiungono mediamente un’altezza di 30 metri. Si tratta di foreste in cui prosperano le specie vegetali bisognose di un clima più asciutto, quali il noce brasiliano e certi alberi pregiati come il mogano.
I corsi d’acqua ospitano varie piante acquatiche, come le ninfee giganti del genere Victoria amazzonica (nome dato in onore della regina Vittoria d’Inghilterra) il cui diametro può raggiungere un’ampiezza di 2 metri, nonché erbe anfibie che formano isolotti fluttuanti sulla superficie dell’acqua.