Lavorare in Brasile è stato ed è il sogno di molti italiani, da sempre attratti dal fascino di questo grande paese. In Brasile i contratti di lavoro non sono obbligatoriamente realizzati per iscritto per ogni singolo lavoratore: spesso contratti veri e propri si hanno solo a livello dirigenziale. In ogni caso, ogni rapporto lavorativo deve essere inserito nel libretto di lavoro, il CTPS (Carteira de Trabalho e Previdencia Social), completo di tutti i dati utili: posizione, stipendio, ferie ecc. Per ottenere questo libretto, i cittadini stranieri devono prima fare richiesta di carta d'identità per stranieri (CIE) e poi, con la ricevuta, richiedere il CTPS al Dipartimento locale del lavoro.
Il lavoro può essere a tempo indeterminato o determinato.
Contratto di Lavoro
Il lavoro a tempo determinato ha una scadenza ben precisa oppure prevede un periodo di formazione lavoro. La durata non può andare oltre i 24 mesi; il contratto di formazione lavoro invece non può superare i due mesi. Alla scadenza, il lavoratore non ha diritto a nessuna indennità.
Generalmente, in Brasile è preferito e più diffuso il contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche perchè non esiste nessuna legge simile all' articolo 18 italiano; di conseguenza, un contratto può essere rescisso in qualunque momento, senza necessità di una giustificazione. Non solo in caso di dimissioni, ma anche di licenziamento da parte del datore di lavoro, al dipendente spetta soltanto l'indennità lavorativa, senza altri bonus.
Diritti essenziali dei dipendenti
I principali diritti dei lavoratori in Brasile sono negoziabili con accordi tra le parti, e prevedono:
• busta paga (la legge prevede una minimo salariale generico, oltre ai minimi previsti dagli specifici contratti collettivi) per un totale di 13 mensilità;
• 8 ore lavorative come standard. Le eventuali ore aggiuntive devono essere conteggiate come straordinari;
• riposo settimanale retribuito;
• ferie, per una media di 30 giorni all'anno;
• versamento dei contributi per la previdenza sociale.
Estinzione del rapporto di lavoro
Il rapporto di lavoro termina se il lavoratore avanza le dimissioni, se viene licenziato o se sopraggiungono altri fattori contemplati dalla legge: scadenza del contratto, conseguimento della pensione, inabilità al lavoro o morte del lavoratore stesso.
Il licenziamento del lavoratore può avvenire anche senza giusta causa.
Nel caso in cui il licenziamento non presenti delle giuste motivazioni, il datore di lavoro deve pagare al lavoratore un’indennità equivalente al 40% della somma che il lavoratore avrebbe dovuto pagare al FGTS, ossia il Fondo di Garanzia per Periodo di Servizio, la cui somma si aggira attorno all’8% dello stipendio di ogni mese. Oltre a ciò, il datore deve pagare al suo ex dipendente l’ultimo stipendio e il rateo delle ferie.
Quando invece il licenziamento è giustificato, il datore può non pagare le indennità previste, ma è comunque tenuto al pagamento dell’ultima busta paga e del rateo delle ferie.
Immigrazione in Brasile per motivi di lavoro
Il visto temporaneo è diverso dal visto turistico e dal visto di transito, in quanto permette allo straniero di rimanere in Brasile per un tempo determinato a causa di precise necessità, tra cui quelle lavorative. Di questo tipo di visto fanno parte il visto di soggiorno per lavoro temporaneo e dipendente, per motivi di studio o culturali, per attività scientifiche, viaggi d’affari, motivi sportivi o artistici, oltre ad alcuni mestieri altamente qualificati che devono essere documentati con contratti appositi, stipulati con lo Stato brasiliano o con le aziende locali. Rientrano in questa categoria anche i visti rilasciati per soggiorni di corrispondenti giornalistici stranieri, oltre ai missionari. I visti di soggiorno per gli sportivi, i viaggi d’affari e per gli artisti non superano i 90 giorni.
Per motivazioni occupazionali, professionali, tecniche, scientifiche e culturali, il visto permette allo straniero di restare in Brasile per tutta la durata del contratto di lavoro o della missione. Questi contratti devono avere avuto risposta affermativa da parte dell’Assicurazione sociale e del Ministero del Lavoro brasiliano.
I possessori di questo tipo di visto temporaneo hanno il diritto di trasferire in Brasile alcuni dei loro beni personali, a parte le automobili. Non serve alcun tipo di procedura burocratica per far entrare questi beni nel Paese, a patto che la loro importazione non sia di carattere definitivo.
Il visto temporaneo per il soggiorno, però, non dà la possibilità di istituire delle società di tipo individuale in Brasile, nè tantomeno di ricoprire cariche di direzione e di amministrazione di società brasiliane già esistenti. Infatti, per assumere questi ruoli è necessario il visto permanente di soggiorno. Chi possiede un visto di soggiorno temporaneo ottenuto con la motivazione di avere un lavoro retribuito ha la sola facoltà di svolgere quel mestiere; non può, quindi, svolgere un altro lavoro retribuito che non sia quello per cui è stato loro accordato il permesso di soggiorno.
In linea di massima, è difficile che il visto di transito possa essere convertito in visto permanente, che questo sia di tipo turistico o di soggiorno temporaneo; l’unica eccezione è quella che riguarda i missionari ed i professori.